Nelle storie di inclusione che stiamo accogliendo con il progetto FAMI – I AM sono tanti i motivi per cui le persone fuggono via dal loro Paese d’origine. Povertà e guerra sono certamente gli elementi che dominano, ma nella fotografie delle disuguaglianze c’è anche l’aspetto legato alla libertà d’espressione e alla scelta di seguire un […]
Nelle storie di inclusione che stiamo accogliendo con il progetto FAMI – I AM sono tanti i motivi per cui le persone fuggono via dal loro Paese d’origine. Povertà e guerra sono certamente gli elementi che dominano, ma nella fotografie delle disuguaglianze c’è anche l’aspetto legato alla libertà d’espressione e alla scelta di seguire un orientamento religioso piuttosto che un altro. Premessa necessaria per raccontare la storia di Awais (nome di fantasia), che dal Pakistan arriva e in Pakistan ha lasciato ciò che ha costruito in una vita intera.
50 anni, due figli studenti universitari, trasferiti in Cina per sfuggire via alle persecuzioni. Awais arriva in Italia perché fa parte di una minoranza religiosa condannata dal codice penale Pakistano. Prima accolto in un CAS di Varese e poi dal progetto SAI a Brescia, nella Valle Trompia. Nonostante la sua buona posizione sociale, Awais ha dovuto, come dicevamo, lasciare il Pakistan per le sue scelte religiose.
Dopo la chiusura del progetto SAI, Awais viene inserito in quello FAMI dove gli operatori stabiliscono insieme a lui degli obiettivi: implementare le sue competenze professionali e strutturare un orientamento lavorativo che possa permettergli maggiore autonomia. La scelta è quella di iniziare un percorso di studio per ottenere la patente di guida C, poiché in Pakistan Awais era un autista.
A maggio 2021 arriva la moglie dal Pakistan e al progetto chiede la possibilità di rendere la casa minimamente funzionale con l’acquisto degli elettrodomestici. Il progetto che gli operatori costruiscono con Awais, nel rispetto di una logica relazionale, ampia ma soprattutto di autonomia complessiva, prevede quindi anche un accompagnamento per la moglie, che viene inserita a scuola per formarsi e mettersi in relazione con la nuova comunità.
Al contempo Awais ha cominciato da circa un mese a scuola guida per conquistare la patente C. Ѐ la relazione, quella fatta di reciprocità e fiducia, a spingere le persone accolte dal progetto FAMI a donarsi alla comunità. Da qualche tempo, Awais, è infatti volontario del progetto SAI, dove insieme ad alcuni operatori, accompagna i beneficiari a prepararsi all’esame di teoria per la patente B. Uno scambio di competenze, un senso di riconoscimento per un territorio che lo accoglie e lo rigenera. Tutto ha il sapore di comunità.